![domus2112_article_048_01_01](https://article-imgs.scribdassets.com/95v5xs0r7kaasu9p/images/fileY96W8GZ1.jpg)
Set in a historic building, the new civic museum describes the region’s past through the ages, presented on a route conceived with citizens in an experimental approach
![domus2112_article_048_01_02](https://article-imgs.scribdassets.com/95v5xs0r7kaasu9p/images/file45DROJAQ.jpg)
Il nuovo Palazzo dei Musei mette in mostra la storia della città, raccontata da Italo Rota in un lavoro corale con operatori e cittadini. “Quando più di dieci anni fa l’allora sindaco di Reggio Emilia mi affidò il progetto del nuovo museo civico, decidemmo subito di lavorare sull’esistente. Non solo per evitare una futura potenziale rovina, ma per investire in sperimentazione. Sperimentare è fondamentale, lo si fa troppo poco”, afferma Italo Rota, collezionista, architetto e inventore di allestimenti.
Fu una scelta innovativa sia dal punto di vista della sostenibilità – si recuperò infatti lo storico Palazzo San Francesco –, sia perché coinvolse tutti gli operatori in un lavoro collettivo per far scoprire “l’archivio dei beni comuni”, portando in primo piano i materiali del magazzino, “luogo del non conosciuto”.
“Per me”, aggiunge il progettista, “il museo è il lato sacro della nostra storia. Per farlo conoscere dobbiamo coinvolgere il visitatore, incuriosendolo e innescando in lui voglia