Va in scena l’energia sostenibile / Sustainable energy takes the stage
![domus2111_article_A52_01_01](https://article-imgs.scribdassets.com/6xuyovr3y89lfbt8/images/fileS1X3OEFU.jpg)
![domus2111_article_A52_01_02](https://article-imgs.scribdassets.com/6xuyovr3y89lfbt8/images/file0KZFIAOE.jpg)
Promosso da / Advertorial by “La nostra stazione procede molto bene, andiamo ancora con 1.200 lampade e non intendo aumentarne il numero prima di essere sicuro di avere tutto pronto per il Teatro alla Scala, che il 26 dicembre inaugura (la stagione, ndr). Stiamo avanzando assai speditamente con l’impianto all’interno del teatro e con la posa degli alimentatori e l’installazione delle macchine nella nostra stazione, per la quale non ho dubbi che rispetteremo i tempi”. Così scriveva in una lettera datata 22 novembre 1883 Giuseppe Colombo, impressionato dalla dinamo elettrica di Thomas Alva Edison presentata due anni prima all’Esposizione Internazionale di Parigi, riferendo all’inventore statunitense l’avanzamento dei lavori nella centrale di Santa Radegonda, creata per sperimentare in Italia la nuova forma di energia: la prima nell’Europa continentale, contemporanea a quella londinese di Holbourn Viaduct e a quella newyorkese di Pearl Street. Di lì a un mese, la notte di Santo Stefano, il pubblico scaligero avrebbe applaudito esterrefatto a una Gioconda di Ponchielli illuminata dalla sorprendente e inattesa luce di 2.450 lampadine elettriche.
![domus2111_article_A52_01_03](https://article-imgs.scribdassets.com/6xuyovr3y89lfbt8/images/file6NKIUZ56.jpg)
Dal 2010 Edison accompagna il Teatro alla Scala nel percorso di transizione energetica. Ma il sodalizio non si limita all’aspetto tecnologico e abbraccia anche il sociale
Chiara Cantoni
Il debutto alla Scala del 26 dicembre 1883 non fu solo un successo teatrale a beneficio dei melomani ma un’anteprima del futuro che stava per rivoluzionare il Paese. Grazie al
You’re reading a preview, subscribe to read more.
Start your free 30 days