An American pioneer in modern social housing
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Il nome di Gregory Ain (1908-1988), architetto della California del Sud, è ancora relativamente sconosciuto, eppure il suo lavoro sull’edilizia moderna a basso costo negli anni Trenta e Quaranta rimane fondamentale. In quegli anni, Ain lavorò a stretto contatto con alcune delle figure più note dell’epoca, tra cui Rudolph Schindler, Richard Neutra e Charles e Ray Eames, fu amico del fotografo di architettura Julius Shulman e della storica e critica di architettura Esther McCoy. I suoi progetti abitativi, che comprendono Dunsmuir Flats (1937), Park Planned Homes (1947), Avenel Cooperative (1948), Mar Vista Housing (1948) e Community Homes Cooperative (1946-1948, non costruito), erano espressione della sua volontà di affrontare quelli che lui stesso descrisse come i “comuni problemi architettonici della gente comune”. Questi progetti rivoluzionari, basati in gran parte sul modello cooperativo, che promuoveva l’integrazione e l’uguaglianza razziale, univano l’interesse di Ain per l’architettura, la pianificazione e la politica radicale di sinistra.
A differenza dell’edilizia pubblica, di proprietà e gestione statale, nel periodo tra le due guerre il termine “edilizia sociale” era usato negli Stati Uniti dai fautori dell’edilizia popolare per descrivere un approccio basato sull’iniziativa privata, ma guidato da un sociale.1 Definito da unità modulari a basso costo e di alta qualità, il suo modello urbano è caratterizzato da spazie senso di comunità e da un’attenta varietà di materiali e forme, impiegate negli spazi collettivi o condivisi.2