![fXXIII-01](https://article-imgs.scribdassets.com/7mowc3g3i8aj0ekl/images/fileX822FRMK.jpg)
Se prendere un treno o un aereo per andaree impiantare una storia lontano da casa è sempre stato il mio istinto, per molto tempo ne ho avuto uno più praticabile: cercare, dentro la casa in cui abitavo, il posto perfetto. Quello e quello soltanto in cui, secondo le mie illusioni di allora, le parole si sarebbero fidate a uscire nel bianco senza timore di essere impallinate dal cinismo del monda
Spostare il tavolo sotto una finestra, attrezzare un angolo in sala, o persino in corridoio, ha fatto parte per molto tempo di quegli atti seanamantici, tipici della categoria, che sottendono un pensiero indicibile. Che l'anima, se così la vogliamo chiamare, si manifesti solo in condizioni specifiche. Che tra l'atto della scrittura e la pratica religiosa ci sia una parentela. Che insomma, la pagina che compare sia una sorta di preghiera esaudita.
Inutile dire Che tutto questo spostarmi per case e poi per il pianeta per cercare il luogo in cui fare chiesa dimostra soprattutto la correlazione tra scrivere e fallire. Scrivere, semplicemente, non sempre succede, anche se sul tuo tavolo il sole disegna una linea perfetta, o fuori dalla finestra ci sono le Tuileries.
Restaun fatto, però, che mi sono sempre chiesto in quale stanza della loro casa scrivessero gli scrittori che mi hanno segnato. Non tanto per poi poterli imitare, ma appunto per fare una specie di mappatura