![f0070-01](https://article-imgs.scribdassets.com/1bmvo6q68aletfq/images/fileA5E9YH20.jpg)
![f0071-01](https://article-imgs.scribdassets.com/1bmvo6q68aletfq/images/fileJBXVOK68.jpg)
![f0071-02](https://article-imgs.scribdassets.com/1bmvo6q68aletfq/images/fileJXAWKMC9.jpg)
![f0071-03](https://article-imgs.scribdassets.com/1bmvo6q68aletfq/images/file8OXDQ09O.jpg)
Nei primi paragrafi del Disagio della civiltà, Sigmund Freud descrive un particolare, universale sentimento oceanico: un sentimento di assenza dei limiti, un vincolo indissolubile, di connessione al mondo esterno nella sua forma integrale.
L'opera di Walter De Maria ha sempre suscitato in me questo sentimento oceanico, profondamente e spiritualmente coinvolgente. Lui lo ha evocato più di ogni altro artista della storia recente.
In (1977), (1979), a Kassel in (1977) e nell'opera che abbiamo realizzato in collaborazione , completata nel (1790), definisce il sublime come un'energia interiore concentrata nella reazione degli individui, sostenendo che nascesse dalla psiche umana. Qui, sulle rive dell'Hudson, siamo in collegamento diretto con il sublime e con i valori spirituali della corrente pittorica della Hudson River School.