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Innamorata di una Star: 2 romanzi in 1
Innamorata di una Star: 2 romanzi in 1
Innamorata di una Star: 2 romanzi in 1
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Innamorata di una Star: 2 romanzi in 1

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About this ebook

Duologia Hailen Boys in esclusiva!
2 ROMANZI IN 1: "Proprio perché ti amo" e "Il non fidanzato peggiore del mondo" uniti in una nuova edizione completamente rieditata, migliorata e leggermente modificata, con l'aggiunta della versione in lingua inglese nel formato digitale!

Proprio perché ti amo - In Love With A Star

Leny aveva solo sedici anni quando si ritrova sola a Pieville dopo la partenza della sua adorata cugina Emily e del suo migliore amico Chris in cerca di fortuna nel mondo del cinema.
Sono passati sette anni da allora e la vita di Leny è ormai in caduta libera verso il baratro dopo aver perso il lavoro e lasciato il proprio fidanzato, mentre le due persone più importanti della sua vita sono diventate due celebrità di Hollywood.
Proprio quando ormai tutto sembra perduto, ecco che i famosi Emily Keys e Chris Hailen tornano nella loro città natale.
Leny, Emily e Chris riusciranno a superare quei lunghi anni di distacco e a ritrovarsi?
Riuscirà Leny a riaprirsi con sua cugina e a dichiarare finalmente i suoi sentimenti a Chris?

Il non fidanzato peggiore del mondo - A Star In My Life
Cosa succede quando hai appena rischiato di rompere il naso all'attore Marc Hailen, famoso per aver appena assicurato il suo corpo per dieci milioni di dollari?
Berenice non credeva di aver mai avuto bisogno di rispondere a una simile domanda, ma il destino avverso, unito a quadrature e costellazioni sfavorevoli, ha voluto farla scontrare con uno degli uomini più belli, famosi e ricchi del momento!
Riuscirà Berenice a trovare una soluzione per tenere a bada il temperamento presuntuoso e arrogante del divo Marc Hailen senza innamorarsene?

 
LanguageEnglish
PublisherVictory Storm
Release dateJun 22, 2019
ISBN9788834143728
Innamorata di una Star: 2 romanzi in 1

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    Book preview

    Innamorata di una Star - Victory Storm

    Victory Storm

    Innamorata di una Star

    2 romanzi in 1

    UUID: 54d1c760-9432-11e9-b8b9-bb9721ed696d

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    INNAMORATA DI UNA STAR

    VERSIONE ITALIANA

    PROPRIO PERCHÉ TI AMO

    Prologo

    1

    2

    3

    4

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    11

    12

    Epilogo

    IL NON FIDANZATO PEGGIORE DEL MONDO

    1

    2

    3

    4

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    11

    12

    13

    14

    15

    Epilogo

    ENGLISH VERSION

    IN LOVE WITH A STAR

    Prologue

    1

    2

    3

    4

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    11

    12

    Epilogue

    A STAR IN MY LIFE

    1

    2

    3

    4

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    6

    7

    8

    9

    10

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    12

    13

    14

    15

    Epilogue

    INNAMORATA DI UNA STAR

    VICTORY STORM

    DUOLOGIA

    Hailen Boys

    VERSIONI

    Italiano - English

    Proprio perché ti amo

    In Love With A Star

    Il non fidanzato peggiore del mondo

    A Star In My Life

    VERSIONE ITALIANA

    PROPRIO PERCHÉ TI AMO

    VICTORY STORM

    ©2019 Victory Storm

    Email: victorystorm83@gmail.com

    http://www.victorystorm.com

    Cover: progetto grafico Victory Storm

    Editing: Valentina Giglio

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso dell’editore.

    Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte, è assolutamente casuale.

    PROPRIO PERCHÉ TI AMO

    Leny aveva solo sedici anni quando si ritrova sola a Pieville dopo la partenza della sua adorata cugina Emily e del suo migliore amico Chris in cerca di fortuna nel mondo del cinema.

    Sono passati sette anni da allora e la vita di Leny è ormai in caduta libera verso il baratro dopo aver perso il lavoro e lasciato il proprio fidanzato, mentre le due persone più importanti della sua vita sono diventate due celebrità di Hollywood.

    Proprio quando ormai tutto sembra perduto, ecco che i famosi Emily Keys e Chris Hailen tornano nella loro città natale.

    Leny, Emily e Chris riusciranno a superare quei lunghi anni di distacco e a ritrovarsi?

    Riuscirà Leny a riaprirsi con sua cugina e a dichiarare finalmente i suoi sentimenti a Chris?

    Prologo

    Ottobre 2011

    Gli autisti avevano appena finito di caricare i bagagli nelle due macchine nere, esageratamente lussuose per non attirare gli sguardi curiosi di tutto il paese.

    «È giunto il momento di salutarci», proclamò la madre di Emily con gli occhi ancora gonfi di pianto per quegli ultimi giorni trascorsi a litigare e poi ad arrendersi tristemente alla decisione di lasciare sua figlia partire per andare incontro al suo destino ed esaudire il suo sogno.

    Emily le corse incontro con le lacrime che scorrevano a fiumi di felicità e sofferenza per quell’imminente e quasi improvvisa partenza.

    «Vorrei tanto che tu venissi con me», le sussurrò all’orecchio abbracciandola forte.

    «Lo vorrei anch’io, tesoro», sospirò dolorosamente la madre, ripensando ai suoi obblighi che la costringevano a rimanere ancorata a quel piccolo paesino e ai suoi abitanti. Aveva un impiego e il suo datore di lavoro si era rifiutato di darle un permesso di tre mesi, minacciando di licenziarla. Non poteva perdere il lavoro, rimanere senza soldi. Ormai era sola e aveva delle responsabilità. Inoltre, se le cose non fossero andate bene per sua figlia, lei avrebbe dovuto provvedere al mantenimento di entrambe. Infine non poteva lasciare sua sorella da sola, ora che il marito era sparito nel nulla senza più contribuire al sostentamento della famiglia.

    «Vedrai, Natale arriverà presto. Non ti accorgerai della mia mancanza che sarò già tornata», la rincuorò Emily, staccandosi dalla madre con uno dei suoi soliti sorrisi stupendi che sapevano contagiare di felicità anche la persona più imbronciata e triste del mondo.

    «Ti prego, fai attenzione.»

    «Ho sedici anni ormai. Sono grande e Mrs Marens si prenderà cura di me per tutto il tempo.»

    Riuscita a separarsi da sua madre, che non sembrava intenzionata a staccarsi da lei, corse ad abbracciare la cugina che rimaneva rigida e tremante sul ciglio della strada.

    «Oh, Leny! Mi mancherai un casino!»

    «Anche tu», sussurrò appena la cugina cercando di trattenere le lacrime non senza uno sforzo quasi sovrumano. Affondando il viso nei capelli setosi e biondi di Emily, cercò di assaporare un’ultima volta il suo profumo sapendo che non l’avrebbe mai dimenticato.

    Emily era stata una sorella per lei in tutti quegli anni trascorsi insieme in quella casa bifamigliare che avevano diviso da quando il padre di Emily era morto, quando lei aveva solo due anni.

    Purtroppo la solitudine era poi toccata anni dopo anche alla zia, che si ritrovò abbandonata da un marito fedifrago e bugiardo, che l’aveva lasciata da sola con una figlia piccola e una marea di debiti.

    Tuttavia le due sorelle si erano fatte forza insieme ed erano andate a vivere fuori città in una villetta che avevano diviso in due piccoli appartamenti.

    Sopra ci viveva Emily con la madre e, sotto, la zia con Leny.

    Le due ragazze erano nate lo stesso anno, avevano dovuto condividere tutto a causa delle ristrettezze economiche delle madri e questo le aveva portate a essere unite e a volersi molto bene.

    Ora, però, il destino le aveva volute separare e, anche se Leny avrebbe voluto urlare alla cugina di non partire, non ci riuscì. Sapeva quanto quell’opportunità significasse per il futuro di sua cugina e sapeva dal profondo del cuore che quella decisione avrebbe portato Emily in alto, proprio dove voleva: diventare una star del cinema!

    Per quanto quell’imminente lontananza l’avrebbe fatta soffrire, non avrebbe mai giocato la carta del ricatto emotivo. Doveva lasciarla andare. Per il suo bene.

    Proprio con quella consapevolezza, Leny ricacciò tutte le lacrime e mostrò uno dei suoi tipici timidi sorrisi.

    «Promettimi che non ti dimenticherai di me», disse Emily sgranando gli occhi turchesi in un'espressione imbronciata e adorabile che un giorno le avrebbe fatto conquistare i favori del pubblico.

    «Impossibile! Sarai sempre con me. Nel mio cuore», le rispose Leny con la sua timida e dolce voce.

    «Lo sai che ci sarà difficile comunicare con voi, ma ti giuro che ogni sera, prima di andare a dormire, guarderò il cielo e ti augurerò la buona notte»

    «Oh, Emily!», sussultò commossa la cugina, tornando ad abbracciarla per l’ultima volta prima dell’arrivo di Mrs Marens, preoccupata di perdere l’aereo.

    «Emily, dobbiamo andare. Si è fatto tardi», proclamò con il suo solito tono spiccio.

    Le due cugine si guardarono un’ultima volta promettendosi silenziosamente di non dimenticarsi mai l’una dell’altra.

    Leny avrebbe voluto seguire Emily alla macchina, ma il dolore per la sua partenza non le permise di muovere neanche un muscolo e presto la ragazza fu raggiunta da sua madre e dalla zia per le ultime raccomandazioni.

    Dopo un lungo momento, Leny riuscì a muoversi e ad avvicinarsi alla seconda macchina che aspettava ancora parcheggiata sulla strada stretta e sterrata poco più indietro rispetto all’altra.

    Improvvisamente il dolore per ciò che sarebbe successo da lì a poco si acuì fino a mozzarle il fiato.

    Quel giorno non solo quella che per lei era più di una sorella sarebbe uscita dalla sua vita per i prossimi mesi o anni, ma anche il suo migliore amico.

    Non poteva neanche immaginare come sarebbe stato andare a scuola senza più Emily e la sua aurea di bellezza, che usava spesso per attirare l’attenzione di tutti i ragazzi più carini del liceo o che a volte la difendeva dai compagni cattivi che la prendevano in giro perché aveva le orecchie leggermente a sventola.

    Come se questo non bastasse, ora si sarebbe ritrovata anche senza di lui.

    Chris.

    Il suo migliore amico, colui con cui passava tutti i pomeriggi con la cugina, colui che spesso si ritrovava a spiare dalla finestra della camera, che dava direttamente sulla sua.

    Aveva passato tutta la sua infanzia con il suo gruppo di amici, ma a causa della sua eccessiva timidezza, solo sua cugina e Chris erano riusciti ad ottenere la sua fiducia.

    Solo lui riusciva a farla ridere e a liberare la sua parlantina nascosta a tutti gli altri.

    Forse era perché era di due anni più grande degli altri o forse perché era stato affidato al nonno da piccolo, dopo aver perso i genitori.

    Tuttavia Chris rimaneva l’unico in grado di oltrepassare la sua paura del mondo esterno e… di farle battere forte il cuore.

    Quando sentì il suono metallico e gracchiante della vecchia porta della casa del nonno di Chris, Leny ebbe un tuffo al cuore.

    Si voltò e vide avvicinarsi a grandi passi il ragazzo con il suo unico parente ancora in vita, che gli stava dando le ultime raccomandazioni.

    «… è importante. Quel mondo è malsano.»

    «Me l’hai già detto, nonno.»

    «Ricordati sempre qual è la vera bussola della vita.»

    «Sì, nonno.»

    «Il cuore, ragazzo. Il cuore. Non i soldi e la fama, come cercheranno di farti credere», sentenziò il vecchio avvicinandosi a Mrs Marens per avere le ultime delucidazioni in merito al viaggio.

    Chris si fermò.

    Era teso e il suo viso era stanco e segnato. Gli ultimi giorni li aveva passati insonne cercando di capire se quello che stava facendo era la scelta giusta: mollare suo nonno, i suoi amici, la sua casa per andare oltreoceano a fare l’attore.

    Alla fine aveva deciso, ma ora, di fronte allo sguardo spaurito e disorientato dal trambusto e dal cambiamento di Leny, il suo cuore ebbe un fremito d’indecisione.

    La vide avvicinarsi timorosa e tremante, stretta nel suo giubbino in jeans.

    «Emily è già in macchina», lo avvisò con voce flebile, evitando di guardarlo negli occhi per paura di non riuscire a trattenere le lacrime. Quella era l’ultima volta che avrebbe potuto parlargli per chissà quanto tempo.

    Come avrebbe fatto a dormire senza più lasciarsi cullare dalla luce accesa fino a tardi nella sua stanza o ad andare in giro con il resto della compagnia senza più la sua presenza a proteggerla e a rassicurarla?

    Ma soprattutto, come avrebbe fatto a vivere senza averlo accanto ogni giorno della sua vita?

    Improvvisamente assalita dai brividi, si strinse con ancora più forza nella giacca.

    «Stai tremando! Dovresti andare a metterti addosso qualcosa di più pesante se non vuoi prenderti un bel raffreddore», si preoccupò subito lui, massaggiandole vigorosamente le braccia e poi la schiena per scaldarla.

    In pochi secondi si ritrovò immersa in uno dei più caldi e teneri abbracci di Chris.

    Come poteva lasciarlo andare?

    Non poteva.

    Scossa dalle sue stesse emozioni, si ritrovò a piangere silenziosamente contro il petto del ragazzo.

    D’istinto lo abbracciò a sua volta con tutta la forza che aveva.

    «Mi mancherai, Leny», le confessò lui baciandole i capelli castani chiari.

    Anche lei avrebbe voluto dirgli che le sarebbe mancato da morire, ma per paura di non riuscire a controllarsi e di finire per supplicarlo di non partire, tacque.

    «Ma devo farlo. Lo capisci?», continuò lui con tono deciso e severo. «Ti prometto che diventerò un attore famosissimo e ricchissimo, così comprerò una casa tutta per te e tua madre. Ti renderò felice».

    Ma cosa se ne faceva della felicità se lui non era vicino a lei?

    Lentamente si staccò da lui e lo guardò negli occhi nonostante l’appannamento creato dalle lacrime.

    Si perse in quei meravigliosi occhi verdi che la guardavano sempre con affetto e dolcezza.

    Sapeva quante difficoltà aveva dovuto patire nella sua giovane vita e ora il destino gli regalava l’opportunità di cambiare il proprio futuro, come lui spesso aveva detto di desiderare.

    «Non m’importa se diventerai un attore famoso e ricco. Desidero solo che tu sia felice». Anche se sarà senza di me.

    Lo vide esitare e contrarre la mascella nervosamente, mentre il suo sguardo si velò di tristezza.

    Incurante delle lacrime che le rigavano nuovamente il viso a cuore, gli sorrise timidamente e gli sfiorò appena con le punta delle dita il viso sbarbato.

    Sorpreso da quell’inaspettata carezza, le catturò la mano nella sua e se la portò al cuore.

    Rimasero a fissarsi finché il peso di quel momento divenne insopportabile.

    «Ti mancherò, Leny?», le chiese con voce rauca, prendendole il viso tra le mani.

    Quella domanda ebbe il potere dirompente di uno tsunami sulla psiche già fragile di Leny, che scoppiò in un pianto incontrollato che la fece quasi cadere per terra.

    Fortunatamente Chris la teneva ancora stretta a sé e questo le impedì di accasciarsi al suolo.

    Appena Leny recuperò un minimo di autocontrollo, Chris allentò la presa e i due si ritrovarono a perdersi l’uno negli occhi dell’altro.

    Anche se si conoscevano da quando lei aveva tre anni, solo negli ultimi due anni le cose erano cambiate.

    Leny si era ritrovata a guardarlo con occhi diversi e a desiderare da lui un maggior contatto fisico.

    Come tutte le ragazze, anche lei aveva cominciato a guardare i ragazzi sotto un altro aspetto da qualche tempo e spesso si era ritrovata a osservare Chris dalla finestra quando si cambiava d’abito, lasciandola sempre frastornata e agitata, ma non aveva mai voluto indagare oltre riguardo al motivo della sua curiosità, dato che teneva troppo all’amicizia che li legava e all’equilibrio che c’era tra lei, Chris ed Emily.

    Inoltre era capitato raramente di ritrovarsi da sola con lui, senza la presenza esuberante e trascinante di Emily, con la quale Chris condivideva varie passioni, come quella della recitazione. Oppure senza lo stuolo di ragazze che spesso seguivano Chris invaghite dalla sua bellezza per attirare la sua attenzione.

    Ora però erano solo loro due.

    Nessuno li stava guardando.

    Improvvisamente lo sguardo di Chris s’illuminò di uno strano bagliore sconosciuto a Leny.

    «Chris…», sospirò lei confusa.

    Lo vide spostare lo sguardo dai suoi occhi alla sua bocca e prima di capire quello che stava accadendo, si ritrovò le labbra calde e morbide di Chris sulle sue tremanti.

    Un bacio. Bastò quel bacio e finalmente la serratura del cuore di Leny scattò e lei scoprì per la prima volta l’amore. L’amore vero. Quello con la A maiuscola.

    Sentì la bocca di lui muoversi sulla sua, mentre quel nuovo sentimento le allagò il cuore fino a farle mancare il respiro.

    Quando Chris si allontanò da lei, scoprì di respirare affannosamente.

    Si passò la lingua sulle labbra in fiamme. Sapevano di lacrime e di lui.

    Non avrebbe mai scordato quel sapore così dolce e nello stesso tempo così maschile. Il cuore le martellava ancora furiosamente nel petto, quando sentirono la voce di Mrs Marens chiamare Chris per salire in macchina.

    Quel magico momento di tenerezza svanì in un istante lasciando il posto alla disperazione più nera.

    Leny avrebbe voluto urlargli a squarciagola di non andare perché lo amava. Ora lo sapeva. Ne era davvero convinta, ma la sua mente le ordinava di non mettere fine ai sogni di Chris solo per puro egoismo.

    «Leny, ti mancherò?», le chiese di nuovo lui con voce affranta.

    «Io…». Io non so come riuscire ad andare avanti senza di te, soprattutto adesso che ho capito di amarti.

    «Leny, mi basta solo una tua parola… Una sola e rimango qui. Con te.»

    Come poteva darle una simile responsabilità?

    Come poteva essere lei a dover scegliere tra il realizzare il suo sogno d’amore e quello di lui di avere successo nel mondo dello spettacolo?

    Per quanto avrebbe voluto dichiarargli i suoi sentimenti e restare tra le sue braccia per sempre, si rese conto di quanto fosse ingiusto tarpargli le ali.

    Un promettente regista aveva visto del talento naturale in lui e una futura carriera come attore. Chi era lei per impedirgli tutto quello?

    A malincuore, ma con la certezza di farlo proprio per l’amore infinito che nutriva nei suoi confronti, si staccò delicatamente da lui, lasciandolo sgomento.

    «Devi andare o perderai l’aereo», riuscì a dire cercando di tenere ferma la voce.

    «Leny, io… tu…»

    «Io me la caverò benissimo. Non ti preoccupare.»

    «Davvero?»

    Leny annuì vigorosamente, dato che sentiva di non avere più il controllo del suo dolore.

    «Tornerò presto», sussurrò lui quasi sconvolto quanto lei.

    Lei riuscì a sorridergli un’ultima volta prima di voltarsi e correre verso casa, mentre il cuore le si spezzò nel petto.

    «Prenditi cura di mio nonno», furono le ultime parole che sentì pronunciare da Chris prima di raggiungere la porta di casa e chiudersi dentro.

    Non sentì neanche la partenza delle macchine e le ultime urla di saluto di sua zia e di sua madre, perché appena la porta di casa si richiuse alle sue spalle, crollò per terra scossa dal dolore.

    Un dolore sordo e profondo che le lacerò l’anima fino a farla sanguinare.

    E questa volta non c’era nessuno a consolarla. Nemmeno Emily.

    1

    Aprile 2018

    «Devo proprio perdere quest’abitudine di tenere ogni cosa!», sbottò irritata Leny tra sé e sé, chiudendo il sesto scatolone che aveva riempito con le bambole che aveva condiviso con Emily per tutta la sua infanzia.

    Era più forte di lei: non riusciva a separarsi da tutto ciò che la legava ai tempi felici passati con la cugina prima che questa venisse notata da un noto regista e trascinata nel mondo sfavillante di Hollywood, da cui non era più tornata.

    Erano passati sette anni e lei non aveva quasi più visto Emily e, anche se era più facile parlare con la sua agente, Mrs Marens, che con lei, Leny non aveva mai dimenticato l’affetto per sua cugina.

    Inoltre, la serie televisiva Love School che l’aveva lanciata era arrivata alla sesta stagione e Leny poteva vedere sua cugina ogni martedì sera sul canale satellitare.

    Era davvero orgogliosa di lei e, anche se le era mancata da morire in tutti quegli anni di lontananza, non poteva non essere felice per ciò che era diventata: una star del cinema! Proprio ciò che aveva sempre voluto!

    Scacciando le lacrime al ricordo di quante volte aveva sofferto per la sua assenza, prese un altro scatolone per metterci dentro i raccoglitori contenenti tutti i ritagli di giornale che aveva conservato in quegli anni: dalle prime critiche sulla nuova protagonista della nuova serie tv Love School, sulle sue comparse alle feste dei VIP, sui suoi flirt con alcune delle star giovani e più in vista di quel periodo, le pubblicità che aveva fatto, le centinaia di interviste in cui a volte aveva anche accennato al suo rapporto meraviglioso con Leny…

    Purtroppo tra tutte quelle informazioni non si parlava mai solo di lei, ma anche di Chris Hailen, il ragazzo idolo che aveva mandato in visibilio migliaia di fans e fatto impazzire decine di attrici e cantanti, tra cui la famosissima Shannon dei F3 e Donna, con cui aveva avuto una relazione tormentata all’interno della serie Love School.

    Sia Emily sia Chris erano sempre bellissimi in ogni situazione e sempre accompagnati da altrettanti personaggi di fama mondiale.

    Le ultime foto invece ritraevano sempre Chris ed Emily insieme, dopo che avevano annunciato la loro relazione, dopo anni di preghiera dei fans di Love School, che volevano vedere i due personaggi del telefilm, Sarah e Max, insieme anche nella realtà.

    Con mani tremanti, Leny riaprì l’ultimo album che aveva fatto per Chris.

    Era passata un'eternità dall’ultima volta che l’aveva visto, ma quel fugace e dolce bacio di sette anni prima era ancora impresso nella sua mente e se il detto lontano dagli occhi, lontano dal cuore era vero, per lei non aveva funzionato dato che non c’era rivista, talk show o canale radio che a volte non accennasse alla vita del ragazzo e alle sue follie o ai suoi problemi con l’alcol.

    Era così doloroso amare qualcuno così lontano e ormai così… irraggiungibile.

    Sfinita e con il cuore pesante, Leny chiuse delicatamente l’album cercando di non soffermarsi sulle immagini dell’affascinante e bellissimo ragazzo copertina.

    Mise gli ultimi ritagli non ancora catalogati all’interno del fascicolo e premette tutto in fondo allo scatolone, sperando di poter seppellire lì dentro anche i suoi sentimenti. Infine sigillò il pacco con un doppio giro di nastro e spinse il tutto in fondo al ripostiglio insieme agli altri scatoloni che aveva radunato nell’ultimo mese, da quando era stata costretta a dare la disdetta per l’appartamento dopo aver perso il lavoro presso lo studio legale Marshall & Son.

    Amareggiata per gli ultimi avvenimenti della sua orribile vita che aveva preso una piega sempre peggiore da quando era stata abbandonata dalle due persone più importanti della sua vita, si avviò verso il bagno per farsi una lunga doccia rigenerante prima di partire per andare da Arthur.

    Due ore dopo era di nuovo a Pieville, il piccolo paesino dove aveva trascorso tutta la sua infanzia e adolescenza con l’adorata cugina Emily, con la quale aveva anche diviso la casa, e con Chris, che abitava proprio nella villetta a fianco insieme al nonno, Arthur Hailen.

    Per evitare di suscitare sospetti, Leny aspettò ancora qualche minuto in macchina prima di andare da Arthur.

    Non aveva detto a nessuno del suo licenziamento nella speranza di trovare presto un altro lavoro, ma questo non sembrava essere così facile.

    Erano ormai passati ventisette giorni e otto colloqui, ma per il momento continuava a essere disoccupata e, se non lasciava presto l’appartamento, si sarebbe trovata presto anche indebitata e avrebbe perso la macchina che stava finendo di pagare.

    Con un lungo sospiro, Leny uscì dalla macchina e si avviò timorosamente verso la casa del nonno di Chris.

    «Arthur, sono Leny», esclamò entrando in casa del vecchio, subito preoccupata di non trovarlo davanti alla televisione a vedere il solito telefilm poliziesco della sera.

    «Leny», mormorò l’uomo con voce affannata dalla camera da letto.

    Subito ansiosa, Leny si mise a correre verso la stanza, dove trovò Arthur coricato sul letto con il respiro irregolare.

    «Sei di nuovo andato a lavorare nell’orto, vero?», lo rimbrottò subito Leny notando gli scarponi infangati ai piedi del letto, prima di andare in cucina a prendere le pillole che gli aveva prescritto l’ospedale dopo il suo ricovero per una brutta bronchite che l’aveva tenuto a letto per tutto il mese di febbraio.

    Appena Leny lo aiutò a prendere la medicina con un bicchiere d’acqua, Arthur si rilassò subito e dopo pochi minuti il respiro tornò regolare.

    «Arthur, hai ottantadue anni. Alla tua età non puoi più permetterti di fare…», lo avvertì Leny ma lo sguardo inferocito e sprezzante che assumeva sempre quando si parlava della sua vecchiaia la trattenne dal continuare.

    «Sono vecchio, mica disabile», gracchiò acido.

    «Lo so, però non voglio che tu faccia certi sforzi. Sei da poco uscito dall’ospedale e non ti sei ancora ripreso. Lo sai che ci penso io ad aiutarti con l’orto», gli ricordò lei contenta di essere stata vicina a quel povero vecchio per tutti quegli anni… e non solo perché gliel’aveva chiesto Chris prima di partire.

    «Lo so, ma tu lavori e io non voglio disturbarti», mormorò lui con una strana luce negli occhi.

    «Anche se lavoro, passo da te tutte le sere e dedicheremo i miei week end liberi a seminare ciò che preferisci, ok?»

    «Già, il tuo lavoro…»

    «Sì, ma non devi preoccuparti.»

    «Ah, no?»

    Leny scosse la testa allegra, cercando di nascondere il senso di colpa per la bugia che aveva appena detto all’unica persona a cui aveva sempre confidato ogni cosa negli ultimi cinque anni.

    «Che strano… Pensa che stamattina ho telefonato ad Andrew Marshall per avere notizie del padre malato di Alzheimer e lui mi ha detto di averti licenziato un mese fa», bofonchiò con voce fintamente indifferente, mentre i suoi occhi ridotti a fessura comunicavano tutt’altro.

    Il sorriso di Leny scomparve di colpo.

    Avrebbe dovuto sapere che prima o poi Arthur l’avrebbe scoperto, data la sua antica amicizia con il padre del suo ex datore di lavoro. Del resto, era stato proprio grazie ad Arthur se Leny aveva ottenuto quel posto come segretaria nell’ufficio legale del figlio avvocato, appena finito il liceo.

    «Mi dispiace… avrei voluto dirtelo, ma non sapevo…», sussurrò colpevole Leny tenendo gli occhi bassi sulle scarpe nere lucide.

    «Si dice che ti abbiano cacciato perché hai fatto delle avances a Andrew.»

    «Non è vero!», urlò Leny indignata.

    «È quello che ho risposto anch’io e quando gli ho poi chiesto spiegazioni, lui ha borbottato qualcosa riguardo alla crisi e alla riduzione del personale.»

    «La verità è che ho perso il posto a causa di quella vipera di Pamela, la nuova moglie di Andrew Marshall. Ha licenziato me e Laurel, perché siamo entrambe giovani e single. Aveva paura che potessimo portarci a letto quel mostro di suo marito. Ci ha accusato di aver flirtato con lui e poi ci ha cacciate. È già tanto se ci darà la liquidazione.»

    «Mi dispiace, ma non capisco… tu non sei single.»

    «Io e Travis ci siamo lasciati qualche giorno fa», confessò la ragazza arrossendo per la confessione della sua ennesima menzogna e cercando di non specificare che i giorni in questione erano cinquantasei.

    «Perché la cosa non mi stupisce?», sbottò nervoso Arthur cercando di alzarsi dal letto.

    «Pensavo fosse quello giusto, ma alla fine non ha funzionato. Capita», si giustificò lei spaventata dalla prossima paternale.

    «Lo dici tutte le volte, Leny! Peccato che le tue relazioni non arrivino neanche a tre mesi! Ero convinto che tu e Travis vi foste lasciati già da almeno due mesi.»

    Furbo il nonnino!

    «Non è facile.»

    «Non sarà mai facile finché continui ad amare quello stupido di mio nipote!», gridò Arthur improvvisamente agitato come accadeva sempre quando si toccava l’argomento riguardante Chris.

    Un nodo in gola impedì a Leny di ribattere a quell’affermazione.

    «Leny, figliola, sono molto attaccato a te e ti voglio molto bene, ma devi smetterla di rimanere ancorata al passato. Chris non tornerà e tu sei troppo bella per sprecare la tua giovinezza per qualcuno che non c’è più», proclamò Arthur con la voce incrinata dal dolore per la lontananza del suo adorato nipote.

    «Chris tornerà», sussurrò Leny cercando di calmare l’animo inquieto dell’uomo.

    «Non tornerà più! È troppo impegnato a fare il divo di Hollywood per ricordarsi di suo nonno. L’unica cosa che sa fare è riempirmi il conto in banca con somme di denaro così alte che non mi basterebbero due vite per spenderle tutte! Stupido ragazzo!», ringhiò il vecchio che in tutti quegli anni si era rifiutato di usare tutti quei soldi se non per pagare le sue cure mediche e una badante che si occupava della casa e dei pasti per quattro ore al giorno per cinque giorni a settimana.

    «Arthur, perché non lo chiami? Perché non gli parli?», provò a chiedergli per l’ennesima volta inutilmente, dato che conosceva il suo carattere testardo e orgoglioso.

    «Assolutamente no e ti proibisco di farlo.»

    Leny scosse la testa arrendendosi. Era inutile far ragionare Arthur.

    Si ricordava ancora la tremenda litigata che avevano avuto quando era stato ricoverato in ospedale per un ictus che fortunatamente gli aveva soltanto compromesso appena l’uso della gamba destra o per il suo ricovero il mese precedente.

    Leny l’aveva assistito continuamente e appoggiato sempre. Sapeva che Arthur non voleva far preoccupare il nipote. Tuttavia non era d’accordo con lui. Moltissime volte avrebbe voluto tradire la fiducia di Arthur e avvisare Chris, ma non ci era mai riuscita. Tranne una volta, in seguito all’ictus del nonno. Quella volta era stato l’agente di Chris a rispondere e, nonostante l’insistenza di parlare direttamente con Chris per una questione di famiglia, questo non l’aveva lasciata parlare con il ragazzo.

    Alla fine aveva rinunciato a parlare con Chris e aveva deciso di prendersi lei a carico l’intera situazione e convincere Arthur a usare il denaro del nipote per rimodernare la casa e renderla più agevole per le sue difficoltà di deambulazione e ad assumere una badante e un’infermiera che potessero prendersi cura di lui quando lei lavorava.

    Una volta avevano parlato anche di assumere un giardiniere, ma a Leny piaceva lavorare la terra, così alla fine non se n’era più fatto nulla.

    «Come vuoi, ma non puoi continuare a comportarti così con Chris. Lui ti vuole bene, lo sai. Sta solo cercando di realizzare il suo sogno e di diventare qualcuno», lo difese Leny.

    «Diventare qualcuno?! Intendi un attore alcolizzato che entra ed esce da un istituto di recupero?», s’infervorò Arthur al tal punto da scatenare una forte crisi di tosse.

    «Noi non possiamo capire le pressioni a cui sono sottoposti Chris ed Emily. Non dev’essere facile farsi valere in quel campo e a quel livello. Tuttavia Chris è una persona in gamba e a quanto pare la seconda volta è stata l’ultima. Ormai sono tredici mesi che non ha più problemi di questo tipo», lo informò ricordando l’ultima intervista a Chris in cui si parlava dei suoi problemi con l’alcol.

    Aveva dichiarato di aver perso la bussola, ma ora l’aveva ritrovata. Leny ricordò anche come si era messo la mano sul cuore mentre lo diceva e proprio qualche mese dopo in alcune foto scattate ai Caraibi, si vedeva Chris uscire dalle onde del mare con la rosa dei venti tatuata sul pettorale sinistro gonfio e duro, frutto di estenuanti allenamenti che gli avevano potenziato il fisico fino a scolpirlo in modo perfetto.

    «Quando arrivi ad avere una simile dipendenza, non stai più realizzando un sogno, ma stai solo cadendo nel baratro, Leny. L’ho detto anche a lui», rammentò Arthur corrugando la fronte al pensiero della loro ultima conversazione in cui gli aveva detto chiaramente di non farsi più sentire se non intendeva ritornare a casa e di tenersi pure i suoi soldi.

    Arrendendosi alla testardaggine di Arthur, Leny finì per riassettargli la cucina e preparargli la cena prima di uscire e andare a trovare sua madre dall’altra parte della strada.

    «Se hai bisogno di soldi, io…», si offrì Arthur prima che Leny se ne andasse.

    «No, sto bene. Avevo messo da parte qualche risparmio», mentì la ragazza che odiava l’elemosina.

    «Non importa. Lunedì mi accompagni in banca e ti faccio un versamento», s’intestardì lui prima di lasciarla andare. Con tutto quello che Leny aveva fatto per lui in tutti quegli anni senza chiedere nulla in cambio, aiutarla economicamente, ora che era senza lavoro, era il minimo che potesse fare.

    Appena arrivò da sua madre, Leny si ritrovò a zigzagare intorno ai numerosi scatoloni che riempivano l’ingresso.

    «Stai traslocando?», chiese Leny confusa una volta giunta in cucina, dove trovò sua madre a preparare l’arrosto per la cena.

    «No. Sono gli ultimi regali da parte di Emily. Ho messo il tuo nome sui pacchi per te»

    «Altri vestiti?», chiese sbuffando.

    «Vestiti, scarpe e trucchi! Non hai idea di cosa non troverai lì dentro! C’è anche l’ultimo CD dei F3 con autografo e dedica per te!», esclamò sua madre sempre felice.

    Leny si sforzò di manifestare la stessa contentezza, ma senza riuscirci.

    Odiava fare la cugina sfigata che si vestiva sempre di abiti firmati grazie alla cugina attrice.

    Non riusciva mai a capire se le persone intorno a lei la volevano per ciò che era o perché era la cugina della famosa Emily Keys. Pure la compagnia di amici del liceo con cui ancora si vedeva ogni tanto il sabato sera, non aveva mai mostrato un vero interesse per lei, se non in quanto fonte di pettegolezzi sulla vita da diva della cugina e di Chris.

    Sbuffando, caricò in macchina i suoi pacchi, che avrebbero fatto presto compagnia agli altri accatastati in fondo al ripostiglio.

    Poi tornò dentro e, sperando di non ricevere altre sorprese, si accomodò a tavola, dove sua madre aveva già messo nei piatti l’arrosto fumante.

    «Come va il lavoro?», iniziò sua madre, prima d’infilarsi in bocca un’abbondante forchettata di arrosto.

    «Bene... Quest’arrosto è squisito!», si affrettò a dire Leny subito in allerta.

    «Sono contenta. Sai, con la crisi che c’è… Non è che allo studio potrebbero assumere anche Mary, la figlia del panettiere? È da un anno che è casa e non riesce a trovare un impiego stabile.»

    «Non credo. Proverò a chiedere, comunque.»

    «Grazie. E con Travis? Come va?»

    Leny dovette fare uno sforzo per non soffocare ingoiando la carne.

    Possibile che sua madre avesse la capacità di fare le domande più scomode nel momento peggiore?

    «Benissimo», farfugliò la figlia riempiendosi subito la bocca con un altro boccone.

    «Sono così contenta! Credo proprio che Travis sia l’uomo giusto per te e poi è un poliziotto. Fa sempre comodo un poliziotto in famiglia.»

    «Già», mormorò Leny sofferente per quell’interrogatorio.

    Fortunatamente il telefono di sua madre prese a squillare.

    Era Rose, la madre di Emily.

    «È Rose!», esclamò felice come una bambina. Da quando la sorella trascorreva la maggior parte dell’anno dietro alla figlia a Los Angeles e sul set di Love School, la madre di Leny viveva solo per le telefonate con la sorella che le mancava moltissimo.

    «Io vado», la avvisò Leny alzandosi da tavola. Sapeva che non avrebbe più rivisto sua madre per almeno un’ora e lei voleva scappare prima che potessero arrivarle altre domande scomode.

    «Finisci di mangiare.»

    «Si è fatto tardi e poi ho promesso a Travis che sarei andata al cinema con lui stasera», mentì spudoratamente, prima che sua madre si rinchiudesse in camera a chiacchierare allegramente con la sorella.

    In fretta e furia rimise in ordine la tavola e senza perdere tempo si avviò alla macchina parcheggiata sulla stradina sterrata e poco illuminata.

    Appena chiuse lo sportello della macchina, tornò a respirare.

    Non si era nemmeno accorta di essere stata in apnea per tutto quel tempo.

    Come aveva potuto infilarsi in una situazione simile?

    Com’era arrivata a mentire così spudoratamente a sua madre e ad Arthur?

    Come aveva potuto credere che nascondendo i suoi problemi, questi sarebbero scomparsi come per magia?

    Come aveva potuto pensare di farcela da sola?

    Calde lacrime le rigarono il volto, finendo per scioglierle anche il mascara waterproof.

    Rimase per lunghi minuti con la testa china sul volante a piangere disperatamente.

    Non sapeva neanche perché stava piangendo.

    Sapeva solo di sentirsi tremendamente sola.

    Si ritrovò a emettere un lamento che raccoglieva i sette anni che aveva trascorso senza l’affetto di sua cugina e senza la presenza e l’amore di Chris.

    Si era buttata a capofitto per crearsi una vita fittizia con un buon lavoro, un fidanzato, una bella casa con lo scopo di rendere tutti orgogliosi di lei, ma alla fine tutto era crollato come un castello di carta e lei doveva finalmente fare i conti con quella solitudine e quella disperazione che non avevano trovato ascolto in tutti quegli anni.

    2

    Il giorno seguente Leny si alzò con calma cercando di partire con il piede giusto all’insegna dell’ottimismo, ma non fece in tempo a prepararsi il caffè, che le telefonò Diana, la badante di Arthur.

    «Diana, cos’è successo?», si agitò subito Leny spaventata. L’ultima volta che Diana l’aveva chiamata, Arthur era stato ricoverato per una crisi respiratoria.

    «Il signor Arthur… ha avuto un infarto. Lo stanno portando al Federal Hospital… sembra grave.»

    Leny non le chiese altro.

    Di corsa, si preparò e piombò al Pronto Soccorso, dove le fecero attendere venti minuti il dottore, che quando arrivò, le spiegò subito che la situazione era davvero seria.

    «L’età, l’insufficienza respiratoria e ora anche il cuore… Mi dispiace, ma non voglio illuderla. Dovrete prepararvi al peggio. Le consiglio di avvisare il nipote», sentenziò il cardiologo accompagnandola nella camera dove avevano sistemato Arthur.

    Con il cuore a pezzi nel vederlo così pallido, attaccato a un respiratore artificiale e con una decina di ventose da cui gli monitoravano il battito cardiaco, Leny si avvicinò a lui e gli strinse forte una mano.

    «Arthur, ti prego. Non puoi farmi questo», sussurrò angosciata al suo corpo addormentato.

    Sentendosi le gambe molli, si mise a sedere e, ringraziando di essere sola, si lasciò travolgere dall’infelicità.

    Passarono varie ore prima del risveglio di Arthur, ma il respiratore non gli permise di parlare e alla fine, arreso, si lasciò cadere nel sonno.

    Leny passò l’intera giornata in ospedale, cercando di trovare una soluzione o una cura con i dottori, ma senza risultati.

    «Perché non va a casa a riposarsi? Qui non può fare più niente. Ormai è questione di tempo», le propose l’infermiera verso sera.

    Stremata, alla fine decise di andare a casa di Arthur per prendergli un pigiama e altre cose che avrebbero potuto servirgli. Non voleva arrendersi all’inevitabile.

    Avrebbe combattuto. Non si sarebbe mai arresa.

    Anche se era molto anziano, Arthur era ancora un uomo forte e pieno di vitalità.

    Tuttavia appena entrò in quella casa, si sentì crollare il mondo addosso.

    Cercò di farsi coraggio e mettere in una sacca alcuni cambi, ma man mano che si muoveva per quella casa, il senso della morte si faceva presente ai suoi occhi.

    Distrutta, si lasciò cadere sul letto.

    Aprì il cassetto del comodino di fianco al letto.

    Dentro c’era la foto di lui con Chris ancora piccolo tra le sue braccia.

    Prese la foto ben incorniciata tra le mani e si sentì mancare.

    Decise che l’avrebbe portata ad Arthur.

    Stava per richiudere il cassetto, quando vide un foglietto con un nome e un numero di telefono scritto a mano con la calligrafia di Arthur.

    Era il numero di telefono di Chris.

    Quando Arthur era stato colpito dall’ictus aveva fatto giurare a Leny che non avrebbe mai dovuto chiamare Chris per lui e lei aveva accettato anche se malvolentieri.

    Tuttavia ora sentiva che non poteva più rispettare quella promessa.

    Con mani tremanti e tirando su con il naso, prese il foglietto.

    Afferrò il cellulare e compose il numero.

    Erano anni che non sentiva più la voce di Chris e il cuore cominciò a batterle furiosamente, ma all’idea di ciò che avrebbe dovuto dirgli, si sentì travolgere dalla nausea.

    Dopo una sequenza interminabile di squilli e tentativi, Leny udì una voce concitata e stridula al telefono.

    «Chris?», chiese confusa.

    «No, sono il suo agente.»

    «Mi scusi. Me lo può passare? È urgente! Si tratta di suo n…»

    «Senta, non ho tempo per le stronzate. Si rivolga a qualcun altro.»

    «Si tratta del nonno di Chris! Sta morendo», urlò furiosa Leny per l’insensibilità dell’uomo.

    «Ora Chris sta girando una scena sul set.»

    «Non me ne frega niente! Devo parlargli subito! Ha capito? È davvero questione di vita o di morte!», s’infuriò ancora di più Leny sconvolta dal tipo di persone che circondavano Chris. Non c’era da stupirsi se con certa gente accanto, uno iniziasse a bere.

    L’agente barbottò qualcosa di offensivo, ma alla fine chiamò Chris che arrivò poco dopo al telefono.

    «Nonno?», domandò lui titubante.

    Sentire la voce di Chris, ancora più profonda e calda di una volta, le mandò in orbita il cervello.

    Era diversa da quella che si sentiva nei film.

    «Chris…»

    «Leny? Sei tu?», sussurrò flebilmente l’uomo.

    «Sì, mi dispiace, ma tuo nonno sta male… Molto male... Ha avuto un infarto e…», cercò di spiegare, ma le parole le rimasero intrappolate in gola. Come poteva dirgli che Arthur stava morendo?

    «Prendo il primo aereo e arrivo», le rispose lui improvvisamente gelido.

    Non poté aggiungere altro, perché la linea s’interruppe.

    Prendo il primo aereo e arrivo. Presto avrebbe rivisto Chris. Da quanti anni sognava quel momento? Quanto aveva desiderato rivederlo, poterlo abbracciare e… baciare?

    Peccato che questo sarebbe capitato in una simile circostanza.

    Sarebbe stata felice di aspettare ancora altri anni, se questo avesse significato regalare altri anni di vita ad Arthur.

    Quella notte non riuscì a dormire per paura di ricevere una chiamata dall’ospedale.

    Le strade erano ancora vuote la mattina seguente quando si avviò verso l’ospedale.

    Diana, che aveva fatto la notte, la ringraziò per averle dato il cambio così presto e se ne andò.

    Rimasta sola con Arthur, che non si era ancora svegliato, si mise a trafficare con il borsone, a riempire l’armadietto con alcuni cambi e pigiami e a posare la foto sul comodino accanto al letto.

    «Grazie», mormorò stancamente Arthur che si era appena destato, vedendo Leny appoggiare il ritratto sul comodino.

    «Arthur! Come stai?», esclamò ansiosa Leny lasciando le lacrime di sollievo scorrerle sulle guance.

    «Sto morendo.»

    «Non dire così. Ce la farai.»

    «Sono vecchio, Leny. Non ho paura della morte. Potrò finalmente riabbracciare mio figlio e mia moglie.»

    «Oh, Arthur…»

    «Mi dispiace solo di non aver rivisto Chris, ma se lo vedi, digli che gli voglio bene. Gliene ho sempre voluto e desidero solo vederlo felice.»

    Leny si ringraziò silenziosamente per averlo chiamato.

    «Sono sicura che tornerà, così glielo potrai dire tu.»

    «Gli hai telefonato, non è vero?»

    Leny annuì lentamente, cercando di cancellare le lacrime dal suo viso arrossato con la manica della maglia.

    «Promettimi che gli dirai cosa provi per lui quando…», provò a dirle prima di una nuova crisi respiratoria che fece suonare l’allarme del dispositivo legato al cuore.

    Spaventata, Leny corse fuori alla stanza a chiamare aiuto e dopo pochi secondi, un dottore e due infermiere accorsero nella stanza, pregandola di aspettare fuori.

    «Ti prego, non morire», continuava a ripetere Leny mentre camminava su e giù per il corridoio come un animale in gabbia.

    Ci vollero vari minuti, prima di veder liberare la camera di Arthur.

    «Mi dispiace, ma non credo che il signor Hailen supererà la giornata», la avvisò il dottore prima di essere richiamato per una nuova emergenza.

    Leny decise di trascorrere il resto del giorno in ospedale pregando di vedere Chris arrivare il prima possibile.

    Fortunatamente verso pranzo, la madre la informò di essere andata all’aeroporto a prelevare Chris, Emily e sua sorella Rose.

    A quanto pare, tutti volevano stare vicino a Chris in un momento così difficile.

    Nonostante non avesse fatto nemmeno colazione, Leny non se la sentì di toccare neanche un pezzo di pane.

    Si accontentò di un tè annacquato e fin troppo zuccherato della macchinetta del reparto.

    Stava per tornare a sedersi accanto al letto di Arthur quando questo si svegliò di nuovo.

    «Leny, figliola…», mormorò con voce impastata.

    «Arthur! Come stai?», si preoccupò subito Leny accarezzandogli il viso scavato e rugoso.

    «Se… sete», riuscì a dire.

    Leny si prodigò in fretta a versargli un po’ di acqua fresca in un bicchiere di plastica fornito dall’ospedale.

    Poi si allungò sul letto, facendosi spazio con un ginocchio e lo aiutò a sollevare un po’ la testa.

    Dato il peso eccessivo si fece aiutare con i cuscini, poi lo avvolse con il suo esile braccio e lo aiutò a bere piccoli sorsi.

    Alcuni rivoli d’acqua gli scivolarono agli angoli della bocca, bagnando le lenzuola.

    «Ti prendo un tovagliolo altrimenti facciamo un lago», gli sussurrò dolcemente, cercando di allungarsi ancora di più verso l’altra sponda, dove c’era il comodino.

    «Ti aiuto», proruppe una voce famigliare alle spalle di Leny. Una voce che avrebbe riconosciuto anche tra mille urla.

    Spaventata e felice, si voltò di scatto e si ritrovò a un metro dalla figura alta e imponente di Chris.

    Cercò i suoi occhi verde smeraldo, ma un enorme paio di occhiali da sole nascondeva il suo sguardo e non permetteva di capire il suo stato d’animo.

    «I tovaglioli sono nel primo cassetto del comodino», riuscì a proferire cercando di concentrarsi sul peso di Arthur che le stava stancando il braccio.

    Come ipnotizzata, vide Chris avviarsi veloce verso il comodino e prendere vari tovaglioli di carta per poi adagiarli sul petto di suo nonno.

    Distratta dai colpi di tosse del vecchio, Leny riportò tutta l’attenzione su di lui.

    «Arthur, bevi ancora un po’», lo invitò cercando di farlo stare ancora più dritto.

    Fortunatamente Chris comprese le sue intenzioni e l’aiutò a tirare su suo nonno per farlo bere più facilmente.

    Questa volta, Arthur riuscì a bere più comodamente e, anche se sfinito dalla malattia, tenne gli occhi fissi sul nuovo arrivato.

    Appena finì di bere, Leny lo rimise sdraiato, sistemandogli meglio i cuscini e cercando di assaporare quei brevi contatti con il braccio di Chris che ancora circondava le spalle cascanti di suo nonno.

    «Chris», mormorò Arthur una volta sistemato.

    «Nonno. Come stai?», gli chiese il nipote togliendosi gli occhiali e chinandosi su suo nonno per baciargli la fronte.

    «Sono vecchio.»

    «Vi lascio soli», s’intromise Leny cercando di evitare lo sguardo di Chris.

    «Leny, figliola, grazie. Sei un angelo», sussurrò Arthur sorridendole. «Chris, grazie per aver chiesto a un angelo di prendersi cura di me in questi anni».

    Leny avrebbe voluto ringraziarlo, avrebbe voluto dirgli che gli voleva bene, ma il dolore per quel momento le impedì di dire qualsiasi cosa. Accennò un sorriso che mal si accompagnava con le lacrime che fuoriuscirono a fiumi dai suoi occhi gonfi e segnati dagli ultimi avvenimenti.

    Provò a guardare Chris, ma le lacrime glielo impedirono.

    «Sono qua fuori.»

    Una volta uscita, Leny si ritrovò tra le braccia di Emily.

    «Leny, tesoro!», esclamò la cugina felice, avvolgendola in una nuvola di profumo.

    «Em… Emily…», mormorò Leny ancora sconvolta di ritrovarsi a contatto con colei che considerava più di una sorella.

    Appena l’abbraccio terminò, si guardarono felici e confuse.

    «Leny, quanto mi sei mancata.»

    «Anche tu. Come stai?», le chiese la ragazza sentendo di nuovo gli occhi pizzicare per l’emozione.

    Emily era tornata! Era tornata da lei!

    Aveva desiderato così tanto poter stare di nuovo al suo fianco.

    Aveva così bisogno di sentirsi amata e ascoltata!

    Si era sentita così sola negli ultimi tempi e ora finalmente la persona a cui voleva più bene al mondo era tornata da lei!

    Le sorrise fiduciosa: ora le cose sarebbero andate meglio. Ne era sicura.

    «Io sto alla grande», esclamò euforica Emily ammantata nel suo look da superstar e dall’alto dei tacchi vertiginosi delle sue Jimmy Choo. «Non lo chiedo anche a te, perché hai un aspetto terribile!»

    Terribile come lo sono stati questi sette anni!

    Avrebbe voluto rispondere a sua cugina, ma improvvisamente Chris uscì dalla camera di Arthur.

    Indossava di nuovo gli occhiali, ma una lacrima solitaria mostrò il suo dolore.

    «È morto.»

    Morto? Leny si sentì mancare la terra sotto i piedi.

    Sarebbe caduta per terra se sua madre non fosse accorsa a sorreggerla, mentre Emily stringeva tra le braccia il ragazzo per consolarlo.

    Avrebbe voluto anche lei correre a stringere Chris, ma non ci riuscì e poi, a quanto pareva, ormai Chris ed Emily erano fidanzati da anni anche se tra alti e bassi.

    Chi era lei per potersi avvicinare al famoso e irraggiungibile Chris Hailen?

    Tutto ciò che accadde in seguito fu solo un susseguirsi di eventi rapidi che terminarono con il funerale di Arthur.

    Nei giorni successivi, Leny incontrò solo una volta Chris a casa del nonno, dove aveva deciso di soggiornare lontano da paparazzi o pettegolezzi.

    Gli lasciò i documenti del decesso sul tavolo. Avrebbe voluto parlare con Chris, ma tra Emily che non lo lasciava un attimo solo e i loro cellulari che continuavano a squillare freneticamente, le fu impossibile andare oltre la cortesia.

    «Grazie per tutto quello che hai fatto per mio nonno. Mi ha parlato di te prima di…», le sussurrò Chris dopo essersi congedata.

    Un nodo alla gola le serrò il respiro mentre cercava di non perdersi in quello sguardo liquido e sofferente, ma pur sempre bellissimo.

    «Volevo bene a tuo nonno.»

    Una settimana dopo il funerale, Rose e la madre di Leny decisero di organizzare una cena per stare di nuovo tutti insieme, come una volta.

    «Mio Dio, non mi ricordavo che fosse così piccola questa casa! Questa cucina è grande quanto il bagno della suite dell’hotel Richmond di New York, dove sono stata il mese scorso», esordì Emily dopo aver controllato minuziosamente la quantità di grassi che avrebbe assunto durante quel pasto. «Zia, come fai a vivere qui con Leny? Non è troppo stretta per due persone?»

    «Ormai Leny non abita più qui. Ha una casa tutta sua in città. Comunque mi piace una casa non troppo grande, altrimenti rischieremmo di perderci.»

    «Già, come è successo a me e alla mamma nella nuova villa che ho comprato. Ha quattro piani e venti camere da letto che danno su un giardino pazzesco!», ridacchiò Emily addentando l’insalata scondita.

    In quei giorni passati insieme, Leny aveva subito notato come il mondo del cinema e la fama avessero cambiato sua cugina. Anche se le voleva bene ed era orgogliosa dei suoi successi, non poté non storcere un po’ il naso a quel nuovo lato snob.

    Se solo avesse saputo che presto avrebbe perso anche la casa…

    No, l’orgoglio e la dignità le erano ancora rimasti e avrebbe fatto di tutto per non farsi compatire con le sue sciagure.

    Se all’inizio aveva pensato di confidarsi con Emily, ora era convinta di non volere fare la figura della povera ragazza sfortunata di campagna.

    «Leny lavora nello studio legale di Andrew Marshall. È stata fortunata! Sai, con la crisi che c’è, adesso trovare lavoro è un’impresa», continuò a lodare la figlia, facendo agitare Leny che si sentì sui carboni ardenti.

    «Leny, sei un avvocato?», si sorprese Emily.

    «No, fa la segretaria», la corresse Claire, la madre di Leny, prima che questa potesse aprir bocca.

    «Andrew, il figlio dell’amico di mio nonno?», s’intromise Chris, che fino a quel momento era rimasto in religioso silenzio, rivolgendosi esplicitamente a Leny.

    «Sì», gli rispose la giovane donna, alzandosi di scatto per andare ai fornelli. «Vado a controllare il tacchino nel forno.»

    Come poteva mentire a quegli occhi… a Chris? Sentì le mani tremare.

    Cominciò a respirare e a pregare affinché il discorso cambiasse.

    Mentre girava la carne e controllava la cottura delle patate, Leny tirò un profondo sospiro di sollievo: finalmente Emily aveva cominciato a raccontare delle sue avventure sul set e della possibilità di lavorare a un nuovo film come protagonista nel ruolo di Catwoman.

    «Vi rendete conto? Potrei fare l’eroina! Inoltre lavorerei a fianco di John Mess! Mio Dio, non vedo l’ora! La mia agente sta facendo mille pressioni per farmi ottenere quel ruolo!», comunicò Emily radiosa, mentre Leny tornò a sedersi cercando di tenere gli occhi fissi sulla cugina e concentrandosi sul suo

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